cronache da agharta
Cultural studies,Queer/gender studies, urban anthropology,Conteporary Philosophy and contemporary art, politics, indipendent design, literature,art,gay life especially bears-people, electronic music,media studies. Questo blog non può essere considerato una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Pertanto, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001, non può essere considerato un prodotto editoriale.
sabato 4 febbraio 2023
DA CIBELE A MONTEVERGINE STORIA DI UN MITO. CULTI ANATOLICI E LEGGENDE.
domenica 18 dicembre 2022
FRIDA KAHLO: Perché in maniera sciatta si presenta sciattamente la cultura e la vita e l'opera di un'artista.
sabato 17 aprile 2021
VAS . VERDE AMBIENTE E SOCIETA ' : Sul FAITO è meglio raccontare la verità invece di scrivere le solite letterine.
Ho appena letto il plauso che Tristano Dello Joio Ravallese,
Presidente dell’Ente Parco Monti lattari ha appena rivolto alle tre
associazioni ambientaliste e ai loro presidenti WWF, Italia Nostra e Lega
Ambiente, Claudio D’Esposito, Massimo Maresca e Ignazio Esposito: VAS non figura perché il responsabile
del Circolo Territoriale, ovvero il sottoscritto, non è aduso a salamelecchi ed
è abituato a chiamare le cose col proprio nome, ma soprattutto non scrive
letterine che trovano il tempo che trovano e che non fanno i nomi e cognomi
nella vicenda del Monte Faito.
E allora siccome ho un caratteraccio è meglio non farmi
figurare in intestazioni.
Ricordo, solo per la cronaca al mondo, e a chi legge, che
anche VAS, Verdi Ambiente e Società, è una associazione ambientalista nazionale
regolarmente riconosciuta.
Il Presidente dell’Ente Parco Tristano dello Joio Ravallese
sta scalpitando come un giovane puledro sostenendo la causa che Faito debba
rimanere proprietà pubblica, cioè sta sostenendo l’acqua calda, sta sostenendo
quello che dovrebbe essere lapalissiano per un Parco naturale, ma dimentica che
egli stesso è stato collocato nel ruolo di Presidente dell’Ente, proprio da chi
invece starebbe perorando l’operazione e che darebbe la stura alla
lottizzazione selvaggia della montagna.
Questo, naturalmente, non lo dice lui, che continua a
scalpitare come un puledrino indomito, e “dimenticano” di dirlo anche le tre
associazioni che si sono “rizelate” a dichiarare subito che l’ambiente
del Faito debba essere salvaguardato da operazioni del genere!
Che grande presa di posizione per tre associazioni
ambientaliste non c’è che dire: difendiamo volpi e barbaggiani, ma non facciamo
nomi altrimenti non ci pubblicano sul giornaletto locale e ci facciamo poi dei
nemici.
Eh! no, signori cari, le
cose non si fanno in questo modo!
La vicenda è ormai nota: il comune di Vico Equense avrebbe
stipulato o starebbe per farlo un accordo con la Città Metropolitana per avere
la proprietà del 50% della montagna, in cambio di un edificio scolastico
piccolo e fatiscente che dovrebbe trovarsi in località Fornacelle, come a dire:
io ti dò una Cinquecento sgangherata
e tu mi dai una Ferrari, d’epoca, ma pur sempre una Ferrari.
La proposta potrebbe essere stata partorita e credo sia
caldeggiata dall’ex sindaco di Vico Equense, nonché ex assessore ai lavori
pubblici Gennaro Cinque, oggi Consigliere regionale che abbandonato il gruppo
in cui era stato eletto, l’UDC, è trasmigrato nel Gruppo Misto, vicino al
Presidente De Luca, e, dopo questa “volata”, è stato subito insignito della
carica di segretario della IV Commissione Regionale Speciale “Innovazione e
Sostenibilità per la competitività e il rilancio delle imprese“.
Dopo di ciò sarebbe e arrivata la proposta: sarebbe da ipocriti non
dire, che il Consigliere regionale Cinque da sempre si senta il legittimo
proprietario del Monte Faito, e in questo, devo dire la verità, riconosciuto
come tale da tutti i residenti del monte e da tutti quelli che hanno una
qualche attività economica.
Grande successo a Vico della proposta: si sa, la gloria del
proprio campanile deve sempre essere portata avanti.
Ma, qualcosa non è andato come si doveva e Castellammare si è
subito indispettita tanto da far intervenire contro questa “presunta appropriazione indebita” il
sindaco della città Gaetano Cimmino che ha addirittura segnalato “questo strano accordo”, cioè il cambio
Scuole di Fornacelle per mezzo monte Faito, ovvero la Cinquecento con la
Ferrari, alla Procura di Torre Annunziata e alla Commissione Antimafia, e a mio
personale avviso bene ha fatto.
Questo tanto per far capire che se le cose bisogna dirle, non
bisogna nascondersi dietro il dito e scrivere elzeviri.
Ora, invece di complimentarsi con le tre associazioni il
Presidente Dello Joio dovrebbe attaccare apertamente il Consigliere Cinque e il
Presidente De Luca; perché dire che il Faito debba essere di proprietà
regionale non significa proprio niente, quando i presupposti per gli accordi di
questo cambio sarebbero stati fatti proprio in ambito regionale.
E allora smettiamola di fare i paladini dell’aria fritta!
Il monte Faito, chiunque lo avrà in gestione dovrebbe
presentare un piano organico di sviluppo che ne definisca il destino: se ne
vuole fare una Disneyland affidandola a
privati, con piste di sci e neve finta, con campetti da golf e stazioni per la pratica del deltaplano, e
ristoranti e bar e negozietti di souvenir, basta dirlo e soprattutto dire chi
saranno i soggetti che metteranno i soldi per tutto questo, che credo poi sia
il progetto o l’idea “Cinque”.
Ma se il Faito invece dovrebbe essere quello per il quale
l’istituzione Ente parco è stata creata, ovvero un parco naturale, con una sua
flora e fauna e ecosistemi da difendere, un polmone di verde e di benessere per
tutti, un luogo di incomparabile bellezza e bio diversità unico nel suo genere,
e allora questo deve venir fuori anche qui con un progetto serio, con
finanziamenti pubblici trasparenti che tengano conto della viabilità e della
pulizia della montagna,e soprattutto con uomini interessati veramente al bene
di questo grande parco e non a marionette che si fregiano di indignazione a
comando solo per mostrare poi qualche medaglia placcata d’oro per una causa
irrimediabilmente persa.
Ecco VAS Verdi Ambiente e
Società la pensa in questo modo.
venerdì 5 marzo 2021
UNO DEI TANTI REGALI DELL'ANAS: LA PORTA DELL'INFERNO.
Sfiatatoio fumi tossici della galleria ANAS- Santa Maria di Pozzano |
giovedì 7 gennaio 2021
SIAMO STUFI DEL SILENZIO DI AMMINISTRATORI INETTI: CI PAGHIAMO NOI UN GEOLOGO PER ACCERTARE LE CAUSE DEL CROLLO AL LARGO DEI TIGLI A VICO EQUENSE.
Ieri sera, 6 gennaio, sono stato il primo a scoprire lo smottamento a Largo dei Tigli, ero con due miei amici e ci stavamo accingendo a prendere la mia auto erano le 18.50 circa, minuto più minuto meno, era molto buio, forse perché uno dei lampioni è crollato travolto dalla frana. Siamo rimasti scioccati: la mia auto era sul ciglio della frana affiancata da un’altra. Su quello spazio ci sono le strisce blu assegnate ai residenti che pagano 40 euro mensili al Comune . Rischiando il peggio, il mio amico è salito in macchina e con una rischiosissima retromarcia è riuscito a spostare l’auto: davanti c’era lo strapiombo. Non c’era nessuno oltre noi, mi sono recato allora dai gestori del bar li accanto e, messili al corrente, sono subito corsi fuori e hanno detto che una mezzora prima, quindi intorno alle 18.20 circa hanno avvertito un tonfo sordo, ma usciti siccome era buoi e le macchine erano parcheggiate non si sono accorti di nulla. Io credo che solo il caso e le condizioni avverse del tempo abbiano evitato una tragedia. Spesso sul quel posto ci sono coppiette che amoreggiano e in quell’area vanno a giocare bambini, oltre ad essere lo spazio antistante alle scuole pubbliche. Abbiamo immediatamente chiamato i vigili urbani che pattugliavano in piazza, i quali sono accorsi subito e, successivamente con l’intervento del carro attrezzi, sono state spostate le altre auto e recintata la zona. Stamattina il crollo era evidentissimo in tutta la sua drammatica pericolosità. Ora tutti stanno a discettare di geologi, di infiltrazioni di acque meteoriche, di alberi tagliati ( laggiù gli alberi sono spariti da tempo), come se fosse normale che appena piove un poco di più debba per forza crollare qualcosa. Io voglio ricordare che il centro storico versa in condizioni vergognose per il dissesto stradale, e penosamente, un cartello vi è stato apposto giusto stamattina. Lavori fatti, fatti male e mai finiti sono sotto gli occhi di tutti. Voglio ricordare che proprio dove si è verificato il crollo, meno di un anno fa sono state fatte trivellazioni e perforazioni per la posa in opera di cavidotti e che subito dopo quei lavori si è verificato un avallamento del piano stradale, ma della cosa non se ne era dato peso nessuno, tranne chi scrive che segnalò lo stato di degrado del centro antico. Allora come cittadino che è stufo dei silenzi di questa amministrazione di incapaci e di inetti , oltre che di arroganti assessori “capi masti” , insieme ad altri cittadini – abbiamo deciso di chiamare e pagare un geologo per fargli fare una perizia geologica accurata di tutta la zona al fine di accertare le cause del crollo. Questa amministrazione non ci da nessuna sicurezza, e allora se le risposte non ce le da chi dovrebbe amministrare ce le cerchiamo da soli. Il degrado del centro storico e di tutto il territorio è ormai cosi plateale che non si può più far finta di non vederlo.
lunedì 14 dicembre 2020
LA DIALETTICA DELL'ILLUMINISMO OU SA TRAGEDIE.
venerdì 11 dicembre 2020
INTERVENTI DI ALLACCIO FOGNARIO SU VIA DEI MULINI. SARA’ UN’ALTRA COLATA DI CALCESTRUZZO COME E’ GIA ACCADUTO PER ALTRE STRADINE ANTICHE DEL NOSTRO COMUNE ?
LA via vecchia Mulini che da Santa Maria del Torosi riallaccia a via San Francesco |
Era un tratto dell’antica Via Minerva, che collegava la piana vesuviana al promontorio dedicato alla dea dei naviganti, fino alla Punta della Campanella ,“Tra Castell’a Mare ed Equa si segue il detto Monte Lattario, che termina all’Ateneo, o Capo di Minerva, che prende il nome dal latte delle vacche, del quale parlano Procopio e Cassiodoro”. Questo tratto era l’unico e ancora molto trafficato, prima che i Borboni costruissero la strada costiera, sin dall’ età imperiale, e nel tratto di Vico Equense arrivava fino a dove poi è sorta la chiesa di S.Maria del Toro, oggi quel tratto si chiama via dei Mulini, cosiddetta perché in passato si trovavano dei mulini ad acqua, i cui resti una volta visibili oggi sono quasi scomparsi del tutto. La strada si ricongiunge a via S.Francesco proseguendo quindi per l’antica via della Sperlonca e continuava fino a Pozzano e da li nell’agro sarnese: la frana del 1966, ne trascinò a valle un tratto, mentre quello che la congiungeva a Pozzano è crollata a seguito di altri episodi franosi. Ho fatto questa premessa, perché su via San Francesco e su via Mulini l’ex assessore ai lavori pubblici nonché all’ambiente(sic!) ,che ora è consigliere regionale, ma ancora fac totum del comune di Vico equense, nonché monarca assoluto dello stesso,Gennaro Cinque, sta “incontrando” tutti i proprietari per “proporre” i lavori interrati di allaccio fognario, più Enel e fibra e forse gas.
Sono certamente lavori necessari e utili, ma ormai tutti sanno, come lavora l’assessore, la sua manona pesante, e quali sono le “sue”maestranze" alle quali si rivolge per eseguire i lavori, e che, con quella manona l’assessore ha la ha cementificato il territorio; dai sentieri alle spiagge, e così, stradine che avevano una loro connotazione e caratteristica storica, costruite cioè con materiali quali basolati lavici o pietra arenaria, sono state coperte con una pesante e anonima malta cementizia rosa: così è sparita via Noce con i suoi gradini di pietra, così è stato distrutto il vicolo Castello, e grossi interrogativi permangono circa il restiling di via Monsignor Natale, Via Giusso, via XIV Febbraio, Via Vescovado, ovvero tutto il centro antico della città. Ora il tratto di Via Mulini che da Santa Maria del Toro arriva fino all’incrocio con una strada privata, che unisce via dei Mulini con via San Francesco, è già tutto cementificato, ma da quel punto fino a via San Francesco, un punto bellissimo che si inerpica tra vedute mozzafiato tra ulivi lussureggianti, insiste un fondo stradale, sul quale in maniera provvisoria e raffazzonata sono stati più volte fatti rattoppi con catrame e pietrisco che hanno coperto, laddove non sono state asportate e sparite, le lastre di arenaria che in alcuni tratti sono ancora visibili. So che su quella stradina si affacciano le ville di facoltosi intellettuali e uomini di cultura, docenti universitari e professionisti affermati napoletani e io, nella qualità di responsabile di un circolo VAS locale, è a loro che mi rivolgo e mi appello: vigilate affinché una della stradine più suggestive del territorio, nonché, una strada romana, l’antica via Minerva, non venga stravolta da interventi che ne distruggerebbero la bellezza e cosa più importante la memoria storica dei luoghi. Non si pretende di ricostruire l’antica strada, ma di tener conto dei materiali che potrebbero fuoriuscire al momento degli scavi e ad una scelta di interventi consoni e appropriati al contesto ambientale circostante. Solo voi proprietari potete farlo in virtù dello Ius proprietario, l’unico che potrebbe farsi valere contro gli interventi di un assessore che ha già dato prova tangibile di non avere né la cultura, né la sensibilità, né interesse alcuno a salvare e tutelate il bello che ancora resiste, nonostante la sua presenza e attività, sul nostro territorio, neanche le presumibili opposizioni, al momento sembrano interessate alla vicenda.